Rien ne va plus.
Dallas la città del paradosso. Città dove tutto è un controsenso, come avere una squadra di hockey su ghiaccio che vince il campionato , o come avere gondole e canali, o la Torre Eiffel o fontane che innalzano pennacchi d'acqua alte come case al ritmo di musica e tutto questo stando nel bel mezzo di un deserto. La città del pacchiano persino per un americano. Città delle luci e delle pubblicità che fanno pensare di stare più in un film di fantascienza di Stanley Rubrick più che nel mondo reale . Ma soprattutto luogo di culto per i giocatori d'azzardo del globo. La Disneyland della ludopatia. La Mecca dei croupier. Insomma un luogo dove l'unica fede è la fortuna. Ecco appunto. Poteva mai paperino Leclerc vincere nella patria della fortuna?
Eppure per un po' c'ha, anzi ci abbiamo, creduto. Fin dal venerdì (17!) La Ferrari sembrava essere la migliore copia di se stessa in questa travagliata stagione. Sempre in "palla" sempre in testa. Certo fin da subito un tombino maldestro ha ricordato a tutti i tifosi del cavallino che macchina o non macchina, prestazione o non prestazione quest'anno non c'è n'è. Un tombino che ha aperto in due il fondo dell' SF23 di Sainz in modo così importante da arrivare a spezzare il sedile dello spagnolo fermandosi a pochi millimetri dalle terga del pilota N. 55 . Risultato parti da sostituire e FIA che come sempre negli ultimi anni quando c'è di mezzo la Ferrari riesce a fare sembrare la logica una scienza improbabile. Decisioni cervellotiche che sanno molto più di pagliacciata che di regolamento. Credo sia l'ora che qualcuno in Ferrari alzi la voce ma ormai è un ritornello che ripetiamo senza nessun successo da anni. Certo aver avuto due macchine in prima fila a coprirsi le spalle come a Singapore avrebbe fatto comodo. Ma tant'è. E nonostante tutto ciò Leclerc c'è la stava facendo. E anche abbastanza bene. Poi come si diceva nella patria della fortuna vince chi ne ha di più e qua non ci sono rivali. La RB primeggia anche qua. Una SC nel momento giusto non manca mai. E una gara che stava prendendo la retta via con in più il vantaggio delle gomme cambiate per ultimi in un attimo si è capovolta come una goletta nella tempesta. Leclerc si è trovato di colpo da avere gomme più fresche e qualche secondo di vantaggio ad avere le gomme più vecchie e le due RB negli specchietti. A quel punto tutto è stato chiaro. Per l'ennesima volta. E il sorpasso da grandissimo fuoriclasse col quale il monegasco ha riguadagnato il secondo posto ai danni di Perez ha soltanto in parte rimediato al gap di sfortuna e al piccolo errore commesso dal ferrarista qualche giro prima netl tentativo di resistere in condizioni tecniche inferiori agli attacchi dei due piloti RB.
Quindi alla fine bene? Direi di no.
Male? Direi di no
Diciamo che abbiamo avuto delle conferme. Sia belle che brutte. La prima è che nelle condizioni di ,almeno, parità tecnica Leclerc se la gioca alla pari con Verstappen. La seconda è che la parità tecnica è una chimera, anche qua dove la Ferrari era a livello di Singapore e cioè la miglior Ferrari dell'anno.
Insomma nulla che non si sapeva prima. Ma che almeno oggi avrebbe, potuto, dovuto finire in altro modo. Peccato abbiamo visto di peggio, speriamo di vederne di meglio!
Magari l'anno prossimo se la Ferrari sarà in grado di lottare per il titolo sulla roulette dei casinò di LAS Vegas uscirà il numero 16.
16 Rosso!
Per oggi ..le joue son fait
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