L'urlo che trasformò la noia in...gioia

Pubblicato il 27 maggio 2024 alle ore 04:14

Finalmente era ora che "vincessemo"!

 

Montecarlo. Basterebbe l’urlo gridato nella radio da Charles dopo aver attraversato  il traguardo da vincitore per capire quanta attesa, quante speranze e quante paure ci fossero dietro questa vittoria. E l’attesa è stata poi resa anche drammatica dalla durata della gara. Montecarlo infatti tra i vari controsensi che porta in se ha anche l’ossimoro di essere contemporaneamente il grand premio più corto e lungo. Più corto come km,260,  e più lungo come durata. Spesso la gara sfiora le due ore regolamentari. Se poi al via succede  una carambola che costringe la direzione gara ad uno stop forzato di oltre 20 minuti allora il risultato è che il povero Charles da quando ha messo il suo nobile deretano nell’abitacolo a quando l’ha sfilato per andare sul podio ha dovuto soffrire per oltre  2 ore e 23 minuti! Quasi una gara di durata. Si dice che l’attesa del piacere sia essa stessa piacere ( persino Leopardi nel sabato del villaggio esaltò questo sentimento) e allora Charles ha avuto un piacere quasi infinito oggi sul tracciato del principato. Sempre per restare in ambito ossimeri quella di oggi  è stata probabilmente la vittoria più facile e difficile della sua carriera. La più facile perché una volta in testa a Monaco ,senza dover neppure fare pit  stop, dopo aver smarcato le gialle grazie alla bandiera rossa, basta coprire bene le traiettorie e la vittoria è già servita. Non a caso si dice che il 80% della vittoria a Monaco si conquista nelle qualifiche del sabato. Difficile perché  al tempo stesso  la morfologia del tracciato ,che nel motor sport si chiama layout, impone un livello di concentrazione massima per tutta la gara. Chiedere a gente come Ascari, Senna, Schumacher e Prost, tra mille altri, per informazioni. Quindi gli ultimi giri saranno stati un tormento. Tormento che è uscito in tutta la sua profondità un metro dopo l’arrivo quando Charles ha gridato al mondo la sua gioia sublimata  poi in uno struggente e commovente ricordo e dedica al papà Herve’ e al suo prematuramente scomparso mentore e amico Jules Bianchi. Charles è grande anche in questo. Che aggiungere?

Solo  che l’ultima vittoria Ferrari nel principato  partendo dalla pole fu quella del futuro campione del mondo Jody Scheckter. Correva l’anno '79. 

7+9 fa 16. Serve aggiungere altro?

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